Leggere fiabe è un momento di grande intimità tra genitori e figli, che arricchisce l’immaginazione dei bambini e li aiuta a superare le paure. Leggi perché e scarica gratis i podcast delle fiabe.
“Non esiste un’età giusta per leggere una fiaba: molto dipende dalla maturità e dalla sensibilità del bambino”. Evi Crotti, psicopedagogista ed esperta dell’età evolutiva, suggerisce però queste linee guida: nel primo anno di vita ci si potrebbe limitare alle ninna nanne e alle canzoncine. Fino ai due anni invece si potrebbe passare a filastrocche e brevi storielle, anche frutto della creatività e della fantasia del genitore. Per poi passare alle fiabe classiche attorno ai tre/quattro anni, quando il bambino può capirne il significato e trarne insegnamento. Non è necessario esplicitare la morale: essa viene trasmessa attraverso il racconto, ma ci vorrà tempo prima che il bambino ne assimili l’insegnamento. Ad esempio di Cenerentola, Biancaneve o La bella addormentata le bambine apprezzeranno l’atmosfera fantastica, l’idea della regalità, ma il concetto di amore verrà recepito non prima dei 5-6 anni.
Spesso i bambini avvertono il desiderio di storie spaventose per esorcizzare le proprie paure, bisogna però evitare di creare nel bambino timori che sono solo proiezioni dell’adulto, come versi minacciosi associati a personaggi antagonisti, che possono far nascere ansie infondate. Le voci possono essere, anzi, devono essere molto divertenti. Non bisogna negare l’esistenza dei pericoli, ma razionalizzarla: il male infatti nelle fiabe viene sconfitto.
La cosa essenziale, più di tutto il resto, è che voi ci siate. Dedicate loro del tempo, leggete ai vostri bambini e con i vostri bambini fiabe e favole. Insegnate loro una cultura meravigliosa e incantata che, al tempo stesso, possiede enorme verità. “… Se riesci a far innamorare i bambini di un libro di due, di tre, cominceranno a pensare che leggere è un divertimento. Così, forse, da grandi diventeranno lettori. E leggere è uno dei piaceri e uno degli strumenti più grandi e importanti della vita”. R. Dahl